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2° Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia

naturaDopo il Primo Rapporto dello scorso anno, questa nuova edizione 2018 intende rafforzare la sensibilizzazione sul tema del Capitale Naturale e la sua integrazione nei processi decisionali politici, inoltre grazie ad una sempre maggiore sinergia tra esperti della materia, centri di ricerca nazionali ed internazionali, e la pubblica amministrazione, importanti progressi sono stati fatti in termini di arricchimento dei fattori di analisi, di miglioramento della valutazione biofisica degli ecosistemi, di definizione di un percorso metodologico per l’attribuzione di una misurazione monetaria del flusso di Servizi Ecosistemici prodotti dal nostro Capitale Naturale.

Vengono approfonditi alcuni dei principali elementi di pressione sugli asset del Capitale Naturale. In particolare, vengono valutati su scala nazionale, ed anche eco-regionale, evidenziando gli elementi di pressione che mettono a rischio lo stato di conservazione del capitale naturale, nonché le funzionalità.

Ampia attenzione è stata dedicata all’impatto dei cambiamenti climatici sulla capacità degli ecosistemi di continuare a garantire Servizi Ecosistemici, anche attraverso dei focus su criticità ambientali di grande attualità per l’Italia, quali gli incendi e la siccità. A questi si aggiunge la valutazione di altri elementi di pressione, quali il consumo di suolo o la frammentazione degli ecosistemi naturali che richiedono interventi ed azioni mirate a sostegno del territorio.

I valori monetari ottenuti, seppur frutto di metodologie e di ipotesi da raffinare nei prossimi rapporti, aprono una prospettiva ineludibile circa la straordinaria importanza del Capitale Naturale, anche in cooperazione con altri tipi di capitale come quello Culturale.

Il Comitato per il Capitale Naturale propone nuove raccomandazioni che si pongono come agenda per i prossimi rapporti, che intendono assicurare un contributo significativo alla realizzazione degli obiettivi mondiali tracciati dall’Agenda 2030 per una crescita sostenibile che l’Italia deve continuare a perseguire per le generazioni presenti e future.

Il Rapporto per il Capitale Naturale ha l’obiettivo istituzionale, dunque, di porsi come strumento utile e propedeutico alla valutazione delle policy e del loro impatto su una fonte di ricchezza e benessere fondamentale del nostro paese che sempre più deve emergere per essere preservata e valorizzata.

In tal senso, con il Comitato per il Capitale Naturale, l’Italia percorre un ulteriore passo lungo la strada verso quello Sviluppo Sostenibile che deve essere il faro della pianificazione di lungo periodo per l’intera comunità globale.

Consulta

Fonte: Minambiente

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One comment

  1. Con questa proposta di legge e nel dibattito di cui sotto, si confrontano due scuole di pensiero, una che per semplificare chiamo della Selvicoltura Produttivistica, ispirata a criteri agronomici ed economici, l”altra della Selvicoltura Naturalistica è quella orientata ad un modello di bosco naturale, spazio non solo fisico, per l”uomo e per gli altri organismi animali e vegetali. La prima, pur competente(soprattutto sul governo del bosco) è profondamente ignorante o per niente lungimirante, vede il bosco come un orto nel quale fertilizzo, semino e raccolgo, non si tratta di un ecosistema, anzi il taglio è salutare per evitare che  il bosco che avanza troppo soppianti aree marginali caratterizzate da habitat importanti e peculiari (Crescenzi) La seconda, nella quale, da esperto del settore, mi colloco, tiene conto anche nel tempo lungo, delle implicazioni che il taglio del bosco, l”apertura di strade e vie(piste) all”interno della vegetazione, hanno sull”equilibrio generale dell”ecosistema. Se hanno bisogno di legname per l”industria che seminino e curino fustaie anche disetanee nel “deserto padano, nelle aree marginali dei fiumi e in tutte le zone incolte recuperate(risparmiate) alla cementificazione, come le colline del Basso Garda. paperhelp

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