Download http://bigtheme.net/joomla Free Templates Joomla! 3
Home / Comitati / INDUSTRY 4.0 : Importanza del “Manager di Reti di Imprese Certificato”

INDUSTRY 4.0 : Importanza del “Manager di Reti di Imprese Certificato”

di OLIVIERO CASALE
Segretario di AICQ ER e Segretario di AICQ CT Reti di Imprese.

La crescita delle Reti di Impresa continua senza sosta e coinvolge un sempre maggior numero di PMI: sono ben 14.827 le imprese coinvolte in 2.935 contratti di rete al 3 Luglio 2016.

Al 3 Luglio 2016 sono stati censiti da Infocamere : 2.935 Contratti di Rete, 14.827 Imprese partecipanti, di cui 419 Contratti di Rete con Soggettività Giuridica.

Immagine

“Ne hanno fatta di strada i contratti di Rete a 5 anni dalla loro introduzione. Quella che poteva apparire una formula che non avrebbe intaccato l’individualismo degli imprenditori italiani si è rivelata un bel successo. Nel giro di un quinquennio, dicono i dati Infocamere, sono state create 2.699 reti coinvolgendo 13.518 imprese. Ma non basta. Lo strumento giuridico che lega fra loro un gruppo di aziende che, mantenendo la propria indipendenza, sono accomunate da un progetto comune ha assunto una rilevanza macroeconomica. Lo dimostra un’indagine del Centro Studi Confindustria in collaborazione con Istat: nel 2011, primo anno per cui si possono recuperare dati omogenei, le oltre 13 mila imprese oggi coinvolte, impiegavano 340 mila addetti con un fatturato aggregato di 86 miliardi di euro e un valore aggiunto di oltre 19 miliardi. E da allora i numeri non sono di certo diminuiti, anzi. “Questo studio”, dice Aldo Bonomi, presidente di RetImpresa- Confindustria. “conferma che la rete si è rivelata un ottimo volano per la competitività delle piccole imprese per l’innovazione, la ricerca e l’internazionalizzazione”. In effetti il 24,5% delle reti, spiega lo studio Confindustria, punta alla crescita sui mercati esteri.”

Nell’Intervento di Andrea Bianchi, Direttore Area Politiche Industriali di Confindustria, nella Indagine Conoscitiva su “Industria 4.0 – sul tema “quale modello applicare al tessuto industriale italiano” e delle “Nuove Catene del valore e crescita dimensionale delle imprese” viene evidenziato che:

Punto di forza del modello tedesco di Industria 4.0 è la possibilità di sfruttare le filiere integrate e la presenza di imprese di medie e grandi dimensioni che operano come “promotori” o “campioni” della trasformazione.

È, quindi, essenziale che anche in Italia si portino avanti iniziative finalizzate a favorire la crescita dimensionale delle imprese, in modo tale che possano effettivamente realizzare nuovi investimenti sul modello 4.0, anche ricorrendo a finanziamenti diversi dal canale bancario tradizionale (mercato dei capitali etc.), e portare avanti un processo di trasformazione di lungo periodo.

In questo contesto, oltre ai tradizionali strumenti per la capitalizzazione, un ruolo chiave lo rivestono le forme di aggregazione tra imprese e in particolare le reti di impresa, cui Confindustria già da tempo dedica forte attenzione. L’aggregazione in rete è, infatti, in grado di sostenere il processo di digitalizzazione delle imprese manifatturiere grazie ad alcuni vantaggi specifici, quali:

– la capacità di “fare massa critica” per modernizzare la propria dotazione tecnologica e migliorare le competenze del personale coinvolto;

la possibilità di condividere standard, linee guida, strumenti e un linguaggio comune;

– la condivisione delle risorse umane necessarie per adeguarsi ai nuovi standard;

l’opportunità di sviluppare soluzioni innovative nel campo dell’informatizzazione dei prodotti e dei processi specifici per la realizzazione del programma comune di rete;

  • la possibilità di sviluppare manualistica comune e formazione comune per il personale delle aziende della rete.”

Allo stesso tempo Antonio Ricciardi in una sua pubblicazione riporta che:

Processo di evoluzione e consolidamento (stabilità) della rete

Il processo di costruzione delle reti è in genere graduale e si caratterizza per il passaggio da reti informali a programmate a pianificate.

La rete informale nasce spontaneamente per realizzare obiettivi di efficienza. Le imprese della rete, inconsapevoli del modello che stanno adottando, non prevedono alcun metodo di gestione e controllo della cooperazione. La mancanza di efficaci meccanismi di selezione dei partner, i quali sono scelti in base a criteri di efficienza di breve periodo, determina un’elevata rotazione dei partecipanti e, conseguentemente, una notevole instabilità della rete stessa.

Nella rete programmata si rileva una partecipazione più attiva nella gestione della rete e le relazioni tra impresa guida e imprese nodali non sono più monodirezionali, ma reciproche. Nella selezione dei partner assumono rilevanza le condizioni economico-finanziarie delle imprese (indicatori di sopravvivenza, stabilità e sviluppo) e le condizioni tecnico-produttive (garanzia della qualità del prodotto e dell’innovatività della rete). Nella rete programmata c’è consapevolezza, da parte dell’impresa leader, che è necessaria la crescita anche delle imprese partner. Nel caso della rete pianificata, l’impresa guida non solo governa le relazioni tra i partner ma stimola, in base ad un intervento pianificato, lo sviluppo delle conoscenze dei partner diffondendo in rete le competenze di ciascuno. Costituita per realizzare obiettivi strategici, la rete pianificata è capace di promuovere processi di crescita dimensionale e di affrontare condizioni competitive anche difficili, grazie alla forte capacità dell’impresa guida di gestire il coordinamento e la progettualità.

La stabilità delle reti

La stabilità delle reti dipende dalle motivazioni alla base della loro costituzione. Quando la rete nasce per iniziativa (spontanea) di un’impresa leader che individua un’idea progettuale e attorno ad essa coinvolge partner motivati e la finalità principale è quella di migliorare la competitività di tutti i partecipanti alla rete, allora la rete è più stabile e duratura.

Quando, al contrario, non c’è un’idea progettuale che parte dal basso ma la costituzione della rete è indotta da iniziative di associazioni di categoria e/o enti territoriali, allora il grado di stabilità della rete è ridotto e aumentano le probabilità di insuccesso. Se le motivazioni che inducono alla costituzione della rete si fondano quasi esclusivamente sull’opportunità di ottenere benefici fiscali e/o di acquisire specifici finanziamenti, allora si è in presenza di una rete artificiale, destinata a fallire di fronte alle prime difficoltà.

Inoltre, è stato verificato che quando la formalizzazione della rete avviene tra aziende che già hanno in essere relazioni di cooperazione (informali) aumenta il grado di successo e, quindi, il grado di stabilità della rete. Diversamente, i contratti di rete stipulati tra aziende che non hanno già sperimentato collaborazioni sono penalizzati e più instabili a causa della mancata conoscenza reciproca tra i partner.

Il manager di rete

Un ruolo determinante per la stabilità della rete è svolto dal manager di rete. Nelle esperienze che si stanno realizzando, si osserva che non sempre l’impresa leader è in grado di assumere totalmente l’impegno connesso alla pianificazione, alla gestione e al controllo della rete.

In particolare, già nella fase di start-up potrebbe intervenire un manager di rete, un consulente professionale, che permette alle nuove reti di costituirsi e di durare nel tempo, che ha il compito fondamentale di mediare le differenti esigenze delle imprese della rete, svolgere attività di rappresentanza, pianificare le strategie e controllare i risultati della rete.*

*note tratte dalla pubblicazione “Le reti di imprese: aspetti gestionali, normativi, fiscali di Antonio Ricciardi”

Tiraboschi nel Bollettino ADAPT, 29 aprile 2016 “Industry 4.0: rischi e opportunità sono nelle nostre mani” precisa :“Occorre prendere atto del fatto che, in futuro, il lavoratore che non lavorerà più principal-mente in azienda, con l’orologio o il cartellino, ma a progetto o a risultato, e probabilmente sarà un lavoratore che avrà più datori di lavoro. Può darsi, addirittura, che sarà lo stesso fornitore di macchinari altamente avanzati ad offrire, assieme al macchinario, anche il manutentore. Questo darà luogo a logiche di co-employment, di reti di impresa in cui la divisione della piccola impresa è l’eccezione in quanto le fabbriche di ingegni hanno bisogno di snodi, di cervelli che siano in grado di connettere anche realtà più grandi, ed è qui che l’agilità diviene un fattore decisivo.”

Come affrontare in chiave giuridica questo cambiamento? Manca una norma, che è inserita nei progetti di legge depositati in Parlamento, che è quella che disciplina le reti di impresa. Proprio queste ultime potrebbero aiutare a far girare le conoscenze, le competenze e a creare innovazione grazie al contributo e all’interazione di persone che, pur potendo essere distaccate, appartengono all’intera rete. Le imprese, infatti, pur sapendo comunicare sui processi produttivi, hanno bisogno di qualcuno che le aiuti a interpretare i dati, formare le persone, studiare i processi produttivi, creare le interconnessioni, funzioni, queste, che ben potrebbero essere svolte da università e centri di ricerca, almeno quelli virtuosi.”

In Factory of the future. “Tecnologia e fattore umano nella fabbrica digitale. Il modello italiano. Estratti dal rapporto di ricerca.” viene riportato che :

“Infine, una parte rilevante del lavoro generato dal divenire intelligente della produzione industriale, non è, e non sarà, direttamente organizzato dalle imprese capofila. Una parte – che varia secondo i settori, il grado di complessità del prodotto, le scelte di make or buy operate dal management, le caratteristiche del mercato – delle attività a monte e a valle, ma anche di produzione diretta, è svolta da organizzazioni terze collegate all’azienda capofila da transazioni variamente regolate. La realizzazione di molti prodotti coinvolge un elevato numero di imprese: ad un iphone o un automobile lavorano centinaia di operatori localiz-zati in svariati paesi del mondo; per quanto in molti casi l’abusata immagine “orizzontale” della rete collida con l’accentramento delle funzioni e competenze-chiave, i livelli di autonomia cognitiva o tecnologica di tante imprese delle supply chain legittima talvolta il concetto di impresa rete o reti di imprese.

La via italiana nell’applicazione di industria 4.0.

La via italiana a industria 4.0 è rappresentata dalla necessità di adattare al nostro contesto le innovazioni tecnologiche e organizzative sviluppate altrove. Con le nuove tecnologie si può infatti unire la maggiore efficienza e produttività con le competenze della manifattura artigiana, purché si faccia riferimento ad alcune caratteristiche specifiche del sistema industriale italiano, quali le piccole dimensioni delle imprese, il vantaggio competitivo basato sulla leadership di nicchia, il capitalismo famigliare che limita le risorse finanziarie disponibili.

In realtà, i limiti della piccola dimensione possono essere in parte superati con le reti di imprese e con il ruolo giocato dai leader di distretto e cluster. Nel primo caso, le piccole imprese possono aggregarsi in un nuovo soggetto giuridico per raggiungere un certo obiettivo, nella fattispecie l’implementazione di una tecnologia di industria 4.0 nel proprio business, ottenendo i vantaggi della grande dimensione (in termini di economie di scala) senza dover rinunciare al controllo della propria azienda (in quanto l’aggregazione è limitata e finalizzata soltanto al raggiungimento dell’obiettivo specifico). Nel secondo caso, le medie imprese leader nei distretti industriali rappresentano dei capo-filiera che trasmettono ai piccoli fornitori le innovazioni, tra cui anche l’utilizzo dell’approccio industria 4.0. Inoltre, con industria 4.0 si favorisce la piena integrazione”.

In questi anni il Governo Italiano, le Regioni, le Camere di Commercio, ecc. più volte sono intervenute con incentivi economici e fiscali a favore delle Reti di Imprese ed anche della figura del Manager di Rete.

Un esempio è stato il decreto del Direttore Generale per le politiche internazionali e la promozione degli scambi del 23 giugno 2015, il Ministero dello Sviluppo Economico che ha definito le modalità operative e i termini per la richiesta e concessione dei “Voucher per l’internazionalizzazione”, finalizzati a sostenere le PMI e le reti di imprese nella loro strategia di accesso e consolidamento nei mercati internazionali con 10 milioni di risorse stanziate, ai sensi del DM 15 maggio 2015.

Ultimamente alcune Regioni hanno promosso iniziative per lo inserimento di Manager di Reti di Imprese che facessero parte di un “registro”, come la Regione Lombardia, oppure fosse qualificato, ovvero accordi con i centri di assistenza tecnica di cui alle L.R. 33/1999 e 3/2015, come fatto dalla regione Lazio.

1) La Regione Lombardia – Direzione Generale Attività produttive, Ricerca e Innovazione -, nell’ambito del Programma Ergon, in particolare ha promosso la realizzazione di una iniziativa progettuale denominata Progetto Manager di Rete temporaneo. Il Progetto Manager di Rete Temporaneo era finalizzato a promuovere e sostenere lo sviluppo ed il consolidamento delle reti di impresa esistenti in Regione Lombardia – e registrate nell’apposita sezione del Registro delle imprese entro il 31/07/2014 – attraverso l’inserimento temporaneo della figura di un “manager di rete” esterno, in grado di intervenire in affiancamento alla Rete di imprese sulla base di uno specifico progetto di sviluppo presentato dalla Rete stessa.

Inoltre, per il Progetto Manager di Rete Temporaneo, la Regione Lombardia ha emanato un Avviso per la selezione di professionisti in grado di prestare servizi di consulenza e/o management alle Reti finalizzati alla definizione di un business plan. Tale business plan dovrà consentire alle Reti di svilupparsi e consolidarsi secondo un preciso programma operativo e piano di sviluppo.

2) La Regione Lazio nel 2016 ha predisposto un bando da 10 milioni di euro per reti d’imprese che riuniscano attività economiche su strada come negozi, artigiani, mercati, bar, musei, cinema e teatri, coordinati dai Comuni per realizzare assieme servizi per i cittadini e per le imprese e iniziative promozionali e di marketing territoriale.

Per poter partecipare al bando i soggetti promotori devono predisporre un programma di Rete, approvato dal soggetto beneficiario, che stabilisce contenuti, caratteristiche e finalità della Rete. I vari programmi di Rete devono prevedere almeno tre di queste sette tipologie di intervento:

Governance della rete: manager della rete qualificato ovvero accordi con i centri di assistenza tecnica di cui alle L.R. 33/1999 e 3/2015; ecc.

L’inserimento di Manager di Reti di Imprese è stato ed è attualmente un “accadimento sporadico” nonostante i vari tentativi fatti per aumentarne la presenza come risulta anche nel “Quaderno, INDIS, “Reti di impresa nel commercio e nei servizi. Un’analisi dei modelli organizzativi”, Unioncamere” dove viene riportato che:

“Purtuttavia, dall’attività di monitoraggio svolta lo scorso anno sul tema delle reti – in particolare sulla diffusione dello strumento del Contratto di rete nel settore del commercio e dei servizi – è emerso come solo pochissimi network abbiano articolato nel Programma di rete un percorso di crescita competitiva basato su specifici assets orientati in chiave prospettica.

Anche nei contratti in cui vi è stata una preliminare messa a punto di specifici obiettivi strategici di medio-lungo periodo solo in rare ipotesi è stato previsto l’affidamento del Programma della rete ad un “facilitatore” professionista, ossia ad un “manager di rete” che, mettendo a frutto le diverse competenze presenti nella rete (c.d. “intelligenze collettive”), possa accompagnare il network su percorsi di crescita competitiva stabili, determinando il conseguimento degli obiettivi previsti nel suddetto Programma.

Onde evitare, in particolare nel settore commercio e servizi, il proliferare di accordi e Reti privi di una finalità specifica o che perseguano obiettivi difficilmente realizzabili nel contesto economico produttivo senza il potenziale supporto di un “facilitatore”, si è deciso di sviluppare un ulteriore affinamento dell’attività di monitoraggio finalizzata ad illustrare alcune tra le migliori esperienze “organizzative” e di “management” in atto nel tessuto dei Contratti di rete finora sottoscritti, attraverso due distinti momenti.

In primo luogo, sono state realizzate delle “fotografie” descrittive delle Reti che hanno sottoscritto contratti, che hanno previsto un percorso strutturato di crescita competitiva, con o senza l’ausilio di un “manager”. Le esperienze narrate si basano su interviste dirette e rappresentano un quadro di best practices in atto nell’universo delle Reti.

Si è realizzato, inoltre, un focus specifico sulle caratteristiche e competenze di un gestore o “manager di rete” onde costituire, per le associazioni di categoria e gli altri stakeholders, attivamente impegnati nella promozione delle reti di impresa, uno strumento di lavoro utile a promuovere percorsi formativi e consulenziali atti a fornire alle aziende interessate ad operare in una logica di rete, professionalità nuove in grado di gestire tutti gli aspetti organizzativo manageriali di cui necessita la rete stessa.”

AICQ Reti di Imprese ritiene chePer le Reti di Imprese oggi la priorità non è più soltanto favorire la diffusione dei Contratti di Rete ma anche la loro qualificazione e sostenibilità nel tempo. Per affrontare la sfida di Industry 4.0 sarà necessario che le Reti di Imprese vengano “progettate” in modo da poter condividere standard, linee guida, strumenti, un linguaggio comune utilizzando soluzioni innovative per l’informatizzazione dei prodotti e dei processi specifici per la realizzazione del programma comune di rete.

Sul versante dell’organizzazione e della governance delle reti il sistema imprenditoriale deve acquisire la consapevolezza dei vantaggi legati al Contratto di Rete, per essere in grado di poterlo utilizzare al meglio, non avendo come fine solamente poter sfruttare agevolazioni o contributi economici e fiscali, ma intendendolo – sulla scia delle migliaia di imprese che già lo hanno attivato – come strumento per lo sviluppo di un’ulteriore progettualità comune nel campo dell’innovazione, della sostenibilità, della competitività e dell’internazionalizzazione.

Sarà fondamentale potenziare al massimo i servizi di sensibilizzazione e formazione a favore di questo strumento. Un’attività che deve svilupparsi secondo network capillari ‘di prossimità’, facendo leva sullo sforzo di tutti gli attori dello sviluppo locale (a partire dalle Camere di Commercio e dalle associazioni imprenditoriali, in stretta collaborazione con il mondo delle professioni), mossi dall’obiettivo di promuovere le reti, offrire know-how specialistico per avviare e gestire le dinamiche di aggregazione tra imprese.

La priorità non è solo far nascere le reti, ma è anche e soprattutto quella di consolidarne la presenza nel tempo con risultati tangibili per le imprese: in questo caso la figura del Manager di Rete diventa centrale e fondamentale.

Attualmente l’utilizzo del Manager di Rete è ancora minimo cosa impensabile se si vuole che le Reti di Imprese diventino un volano per permettere alle PMI Italiane di affrontare correttamente Industry 4.0.

Il Manager di rete di Imprese che AICQ Reti di Imprese propone deriva dalla vasta esperienza mutuata dalla “Cultura della Qualità” in tutti i settori, che porta a prestare particolare attenzione e a mantenere alta la sensibilizzazione delle imprese in merito ai principi di aggregazione, ma anche e soprattutto a progettare ed implementare i processi e le procedure della collaborazione, nonché ad impostare un sistema di monitoraggio e di misurazione delle prestazioni delle singole imprese e della Rete nel su insieme in funzione degli obiettivi prefissati: in altre parole a concentrare l’attenzione sulla governance della rete.

Le imprese che entrano in rete, quindi, dovranno sicuramente poter contare su professionisti competenti ed aggiornati su temi e risvolti specifici della contrattualistica fiscale e del lavoro, della responsabilità civile, della sicurezza nei luoghi di lavoro, delle certificazioni, ecc.

Sicuramente c’è molto da fare, visto che l’istituzionalizzazione dei Contratti di Rete è cosa abbastanza recente e che, quindi, l’attenzione verso di essi di molte imprese e professionisti è cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni.

AICQ Reti di Imprese è sicura che per poter vincere anche la sfida della Quarta Rivoluzione Industriale, Industria 4.0, le Imprese Italiane dovranno sempre più organizzarsi in Reti di Imprese, Distretti Industriali, Filiere di Imprese, ecc. In particolare, le Reti di Imprese saranno fondamentali per poter “aggregare” organizzazioni, cercando di superare lo scoglio della “dimensione” media delle imprese italiane, molto bassa, e poter “mettere a fattor comune” idee, servizi, prodotti, processi, ecc. per una produzione snella (Smart Manufacturing) tramite l’Internet delle cose (Internet of Things).

Le Reti di Imprese avranno, quindi, una importanza particolare per poter cogliere tutte le opportunità che presenterà Industry 4.0 alle Imprese Italiane che come a tutti è ben noto hanno dimensioni strutturali ridotte rispetto alla media delle Imprese Europee e Mondiali.

Sarà necessario un NUOVO PARADIGMA PER INDUSTRY 4.0 : Relationships’ Network Enterprises 4.0.

Per riuscire a cogliere tutte le opportunità che offrirà Industry 4.0 alle Organizzazioni Italiane bisognerà creare dei Framework che rendano loro semplice e veloce la conoscenza di cosa producono altre organizzazioni, con quali processi, in che modo, loro ubicazione e reputation, ecc., per riuscire a valutare immediatamente come poter interagire e come poter entrare in rete.

Soltanto tramite la conoscenza di chi fa che cosa ed in che modo si potrà permettere la realizzazione di reti produttive di organizzazioni efficienti ed innovative.

Per vincere questa sfida, quindi, è importantissimo che vengano utilizzati Manager di Rete di Imprese Certificati nelle loro competenze e professionalità, secondo “standard” certificabili a livello Europeo.

La certificazione delle professioni è una importante garanzia del livello di preparazione del professionista ed è uno strumento per validare le sue competenze, cercando di inquadrare le sue attività (che non rientrano in ordini o collegi), e che spesso sono rilevanti in vari settori, da quello economico a quello della prestazione di servizi o opere verso terzi.”

IL VALORE AGGIUNTO DELLA CERTIFICAZIONE : “La Certificazione da parte di un Organismo terzo, indipendente e accreditato secondo la norma ISO/IEC 17024, delle competenze professionali sulla base di standard riconosciuti a livello nazionale ed internazionale fornisce: Evidenza di continuo aggiornamento professionale, Garanzia di rigore e rispetto del Codice Deontologico; Maggiore competitività sul mercato; Garanzia preventiva e continua di professionalità.

Realizzare una Rete di Imprese di successo può avvenire solamente con la presenza di un Manager Certificato di Reti di Imprese che abbia competenze per gestirla, qualificarla, svilupparla e consolidarla.

AICQ Reti di Imprese ritiene, quindi, che sia a livello di Ministeri competenti che di Istituzioni Regionali e locali bisognerà che in tutti gli interventi economici e fiscali di sostegno alla creazione e sviluppo delle Reti di Imprese venga favorito l’inserimento di Manager di Rete di Imprese Certificati prevedendo dei voucher o delle maggiorazioni specifiche.

About reti di impresa

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.