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Intervista al Presidente di Accredia Giuseppe Rossi

Giuseppe Rossi interviene sul tema della certificazione come criterio di semplificazione per la PA, in ottica di miglioramento del servizio e di sostegno alle imprese

Come la certificazione e l’accreditamento possono essere motore di competitività e crescita culturale per le imprese?
Il sistema di valutazione della conformità e il mondo delle istituzioni possono fare ciascuno la propria parte. Il decisore pubblico deve agevolare le imprese che affrontano il grande impegno della certificazione – in termini di investimento e di adeguamento delle proprie regole interne – non tanto finanziariamente, quanto semplificando il loro rapporto con la Pubblica Amministrazione.

Al tema della semplificazione amministrativa, ACCREDIA ha dedicato un rapporto dell’Osservatorio, realizzato insieme al CENSIS, “La certificazione come strumento di semplificazione amministrativa”, che ha messo in luce come le imprese non chiedano meno controlli, ma controlli più efficaci e minori adempimenti burocratici.

Anche gli stessi imprenditori possono migliorare, perché se il loro obiettivo è ottenere in tempi brevi una certificazione a basso prezzo, il risultato è già compromesso. In tal senso, le rappresentanze d’impresa stanno facendo molto, mentre a livello di valutazione della conformità, ACCREDIA deve continuare a garantire la migliore affidabilità delle certificazioni di terza parte.

Per far questo, dobbiamo non solo essere rigorosi, ma anche partecipanti attivi di politiche condivise, rafforzando il rapporto triangolare già attivo con la Pubblica Amministrazione e le rappresentanze imprenditoriali.

Infine, dobbiamo mantenere lo standing di primo livello internazionale che abbiamo guadagnato nel tempo, raggiungendo i vertici di EA (European co-operation for Accreditation) e IAF (International Accreditation Forum), fino all’organizzazione a ottobre dei meetings annuali di IAF e ILAC (International Laboratory Accreditation Cooperation) nella cornice di Expo a Milano.

Per sua natura, inoltre, l’attività di valutazione della conformità ha in sé lo stimolo al confronto con i modelli e le prassi vincenti, a livello nazionale e internazionale. La stessa evoluzione delle norme diventa occasione, opportunità e motivazione per mettere in discussione ciò che siamo e come operiamo.

Col mercato che cambia, solo chi sa cambiare, in maniera ordinata, ragionata e pianificata, riesce a mantenere e, se possibile ad aumentare, le proprie quote di mercato. Un esempio evidente è rappresentato dalle nuove norme ISO 9001:2015 e ISO 14001:2015. Chi oggi non sa fare innovazione, attraverso modelli sostenibili che tengano in considerazione i rischi interni ed esterni, potrebbe essere impreparato alla trasformazione del mercato.

Siamo anche in una fase di sviluppo tecnologico importante, dove chi non è in grado di ripensare attentamente i propri prodotti e servizi accumula ritardi difficili poi da recuperare. Riferirsi alla certificazione e all’accreditamento è quindi un aiuto per guidare l’evoluzione in maniera ordinata, garantendo che venga mantenuta e rafforzata la fiducia nei propri collaboratori e partner esterni.

Cos’è cambiato nelle aziende negli ultimi 20 anni, in termini di attenzione ai temi della qualità?
Come manager di grandi gruppi industriali multinazionali, prima ancora che come Presidente dell’ente di accreditamento, carica che rivesto da poche settimane, ho potuto constatare un’evoluzione costante verso la qualità, un concetto, peraltro, che può essere declinato in molte forme.

A un tubo in plastica si lega un concetto di qualità diverso da un capo di alta moda, ma ciò che può accomunare filoni d’impresa così eterogenei è la capacità “di stare al mondo”, cioè di muoversi con regole e linguaggi che siano riconoscibili a Shangai come a Istanbul, o alla Borsa di New York.

Moltissimi imprenditori italiani lo hanno capito. Lo dimostra il fatto che la crisi economica italiana è legata principalmente al calo dei consumi interni, mentre il nostro ruolo di esportatori non è venuto meno; e la crescita delle certificazioni è stata certamente dovuta anche a questi fattori. In tal senso, il mercato nazionale delle valutazioni di conformità è già di per sé un asset importante, come evidenziato dal fatturato dei soli organismi di certificazione e ispezione, imprese che fatturano oltre un miliardo di euro, con tendenze in crescita.

L’attenzione alla qualità premia in tutti i settori. Solo chi ha mantenuto un profilo di eccellenza è riuscito a superare la competizione dei mercati emergenti e la sfida della crisi. Innovazione, qualità, servizio, design e reputazione: chi è rimasto fedele a queste direttrici oggi è più forte di 10 anni fa.

accredia

La qualità e la certificazione facilitano la creazione di meccanismi uniformi, di un linguaggio comune, di un sistema di interconnessione. Tutto ciò favorisce la collaborazione tra le aziende? Aiuta a fare rete?
E’ sicuramente cresciuta la consapevolezza della necessità di usare “linguaggi comuni”. La standardizzazione è sempre più un affare globale e anche l’accreditamento avrebbe un valore diverso, senza i riconoscimenti internazionali derivanti dagli accordi mondiali di mutuo riconoscimento, a cui ACCREDIA aderisce per tutti gli schemi di valutazione della conformità.

Per un’economia come quella italiana, che è molto proiettata verso l’export, la “qualità standardizzata” è un requisito e insieme un punto di forza ineludibile.

I numeri di ACCREDIA dicono che l’Italia è al vertice per numero di imprese certificate da soggetti accreditati. Con quasi 161mila certificati di sistemi di gestione per la qualità e oltre 24mila per i sistemi di gestione ambientale, risulta infatti primo Paese in Europa e secondo al mondo.

Tutto questo ha un costo, ma è importante sottolineare che il servizio di accreditamento non grava minimamente sulle casse pubbliche. Infine, con un tessuto produttivo come quello italiano, fatto in grandissima parte di PMI, le reti sono un altro strumento di primaria importanza.

La certificazione aiuta a fare rete nel senso che rafforza la fiducia tra partner, dal momento che si è abituati a misurarsi sugli stessi obiettivi, metodi e criteri di valutazione. Permette alle aziende di potersi confrontare sullo stesso piano, senza complessi di inferiorità dovuti al fatturato, ai prodotti o al territorio.

Si condivide la sfida per la trasparenza, il miglioramento e l’abitudine a ragionare su dati oggettivi, certi e misurabili. È più facile” fare insieme”, se si condivide “come fare”, e “come misurare” i propri risultati.

Il Quaderno dell’Osservatorio ACCREDIA “La certificazione come strumento di semplificazione amministrativa” 1/2015 è pubblicato in allegato e disponibile sul sito www.accredia.it – sezione Osservatorio

Nota: L’intervista è stata pubblicata sul numero di settembre di U&C – Unificazione e Certificazione

Giuseppe Rossi, 68 anni, è stato eletto Presidente di ACCREDIA il 21 maggio 2015 dal Consiglio Direttivo dell’Ente, subentrando Cavaliere Federico Grazioli, giunto alla conclusione del suo secondo mandato.
È attualmente Consigliere di Amministrazione di Corepla, dopo aver ricoperto anche il ruolo di Presidente del Consorzio nazionale che si occupa di raccolta, recupero e riciclo degli imballaggi in plastica. Inoltre, fino al 2014, è stato membro del Consiglio di Amministrazione del Conai, il consorzio nazionale imballaggi.
Laureato a Pisa in ingegneria chimica, ha svolto la sua carriera professionale nel Gruppo Montedison, gestendo diverse società, in Italia ed all’estero, fino ad arrivare alla Presidenza di Basell Poliolefine Italia, società del Gruppo Basell, joint venture tra le due multinazionali della chimica Shell e Basf. In questo ambito ha anche ricoperto il ruolo di Presidente dell’associazione italiana dei produttori di materie plastiche (Plastics Europe Italia).
“Stiamo pian piano uscendo da una profonda crisi economica, che nel settore delle certificazioni di prodotti e servizi fortunatamente è stata di portata inferiore rispetto ad altri settori. Sono quindi onorato di presiedere un Ente che ha il compito di adoperarsi, come ultimo anello della catena delle valutazioni di conformità, affinché i prodotti, i servizi e le persone in possesso di certificazioni accreditate offrano al consumatore e alle imprese interessate un elevato livello di qualità, anche sotto il profilo ambientale, sanitario e di sicurezza in generale” ha dichiarato il Presidente Giuseppe Rossi.
“I risultati positivi fin qui conseguiti dall’Ente italiano di accreditamento potranno confermarsi, e mi auguro crescere ulteriormente, con l’aiuto di tutte le componenti del Sistema, dalla Pubblica Amministrazione alle rappresentanze di Impresa, dal mondo della consulenza agli Ordini Professionali, fino alle Associazioni dei Consumatori e dei soggetti accreditati. A questo complesso di Enti ed organizzazioni mi rivolgo per chiedere che si continui a collaborare per consolidare i prestigiosi risultati raggiunti da ACCREDIA nei primi sei anni di vita.”

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