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Visitando la Cooper Standard di Ciriè (TO)

processo produzione gomma“Tre code di rospo, una di lucertola, un occhio di drago e, ovviamente, non può mancare l’ingrediente segreto”. Ecco che l’apprendista stregone anche oggi armeggia con il suo calderone… chissà quale sarà il risultato dei suoi esperimenti?

Anche in Cooper-Standard ogni giorno è attivo un grosso «calderone», chiamato Bambury, e il tecnico non è un apprendista stregone ma una persona esperta che mixa al meglio gli ingredienti necessari per produrre un composto nero e lucido che viene impastato, filtrato, estruso e vulcanizzato e che apparentemente sembra liquirizia.

Ve le ricordate le rotelle che si mangiavano da bambini e che si srotolavano?

Ecco, il prodotto e la forma sembrano proprio quelle ma di dimensioni molto ma molto più grandi. Nonostante l’apparenza inganni la Cooper-Standard non produce liquirizia bensì guarnizioni di gomma, principalmente per automobili. La sua produzione globale è così organizzata: guarnizioni e sistema di tenuta (53%), sistemi di erogazione del carburante e dei freni (20%), sistema di trasferimento del fluido (14%), sistema anti vibrazioni (8%), altre produzioni (5%).

Per chi non la conoscesse ecco un paio di numeri interessanti: Cooper-Standard, multinazionale americana, conta 100 stabilimenti presenti in 19 stati e 29.000 dipendenti. Mica male eh?

Ecco che allora AICQ Piemontese, avendo la fortuna di annoverare tra i suoi soci collettivi tale azienda, ha chiesto e gentilmente ottenuto la possibilità di far visitare lo stabilimento ai propri soci. C’è da dire che non tutte le aziende sono disposte ad aprire le proprie «porte» e a sottoporsi all’occhio critico di esperti di altre realtà industriali, quindi tanto di cappello… e così mercoledì 15 giugno 2016 lo stabilimento di Ciriè ha ospitato un gruppo di partecipanti che, indossando scarpe antinfortunistiche, tappi, occhiali e gubbini catarifrangenti, ha percorso con molto entusiasmo le linee di produzione di questa importante realtà.

Un ambiente giovane, preparato e dinamico ci ha accolto in questa azienda che da alcuni anni è in forte crescita ed espansione ma, come sappiamo, la storia insegna che per ogni realtà ci sono momenti di alti e bassi. E anche la Cooper Standard si è trovata a dover reagire, nel 2013, ad un periodo di crisi. La Direzione ha scelto però di investire su un «Change Management» inserendo nuovi giovani responsabili provenienti da realtà industriali maggiormente organizzate e riorganizzando il personale, puntando su un loro maggiore coinvolgimento. Stupisce come molti si siano messi in gioco, anche con rulli e latte di vernice, per ritinteggiare e riorganizzare le aree dello stabilimento. Giorno dopo giorno i gruppi/team di lavoro si sono affiatati, integrando al meglio i nuovi responsabili, e la collaborazione ha portato a buoni frutti. Alla base della rinascita c’è stata la volontà di soddisfare al meglio i clienti garantendo maggiore trasparenza e fiducia. Questo è stato possibile solo individuando a monte i problemi interni all’azienda, trovando un approccio più sistemico, standardizzato e integrato tra i vari stabilimenti, senza farsi prendere dall’ansia immediata dei risultati e credendo nelle capacità dei propri collaboratori, premiando idee innovative e i loro suggerimenti.

Peter Druker aveva ragione nel dire che “dietro ogni impresa di successo c’è chi ha preso una decisione coraggiosa”…. e in Cooper Standard il coraggio si respira e si tocca con mano.

Elisa Cannata

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